Il Football Club Internazionale Milano[2], meglio conosciuta come Inter,[3] è una società calcistica con sede a Milano, militante in Serie A. Venne fondata il 9 marzo 1908 da 43 soci dissidenti del Milan, l'altro club insieme al quale rappresenta il capoluogo lombardo nel calcio.
È l'unica squadra ad aver preso parte a tutti i campionati di Serie A ed è anche l'unica a non essere mai retrocessa in Serie B.[4] Nel suo palmarès figurano 17 scudetti, 6 Coppe Italia, 4 Supercoppe italiane, per un totale di 27 vittorie in competizioni nazionali, cui vanno sommate 7 vittorie in tornei internazionali quali due Coppe dei Campioni, due Coppe Intercontinentali e tre Coppe UEFA. I 34 trofei ufficiali conquistati ne fanno il terzo club italiano – dopo Juventus (51) e Milan (45) – per numero di titoli ufficiali vinti e, limitatamente alle competizioni internazionali, il terzo club italiano per vittorie alle spalle di Milan (18) e Juventus (11).
Secondo un sondaggio effettuato dalla società demoscopica Demos, commissionato dal quotidiano La Repubblica e pubblicato il 30 agosto 2008, la società nerazzurra è la seconda squadra d'Italia per numero di tifosi (14%) dietro la Juventus.[5] Nel 2010, dal rapporto annuale pubblicato da Deloitte & Touche, l'Inter risulta essere, insieme al Milan, la nona società di calcio più ricca in Europa, con un fatturato di circa 196,5 milioni di euro.[6]
Cenni storici
Per approfondire, vedi le voci Storia del Football Club Internazionale Milano, Grande Inter e Società Sportiva Ambrosiana.
Alcuni dei fondatori dell'Internazionale schierati con bombetta d'ordinanza e completo scuro. Spicca, terzo da destra, il giovane Giorgio Muggiani, vero artefice della fondazione.
« Nascerà qui, al ristorante L'Orologio in Milano, ritrovo di artisti e sarà per sempre una squadra di grande talento. Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l'azzurro sullo sfondo d'oro delle stelle. Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo »
(Giorgio Muggiani, 9 marzo 1908[7])
Il Football Club Internazionale Milano nacque al ristorante L'Orologio la sera del 9 marzo 1908 da una costola di 43 dissidenti, guidati dal pittore Giorgio Muggiani, del preesistente Milan Football and Cricket Club, che aveva imposto il divieto di far arruolare altri calciatori stranieri a quelli già presenti nella rosa.[8][9][10] Gli stranieri erano per gran parte l'ossatura delle nuove società di calcio che stavano sorgendo e il fatto di non arruolarli parve essere irriconoscente verso di loro.[11] Proprio Muggiani scelse i colori che avrebbero rappresentato l'emblema della società: il nero e l'azzurro. Il primo presidente fu Giovanni Paramithiotti, mentre il primo capitano Hernst Marktl, che tra l'altro fu uno dei fondatori del Milan.[11]
Nel 1910 l'Inter vinse il suo primo scudetto, cui seguirono delle stagioni deludenti. Con lo scoppio della prima guerra mondiale fu interrotta l'attività sportiva che riprese nel 1920; a tale anno risale il secondo successo nazionale dei nerazzurri. A seguito della scissione tra FIGC e CCI,[12] l'Inter si piazzò nella stagione 1921-1922 ultima nel proprio girone e, beneficiando del Compromesso Colombo, in virtù del quale furono ristrutturati tutti i campionati, partecipò allo spareggio salvezza con la Libertas Firenze. I nerazzurri si imposero per tre reti a zero in casa e pareggiarono per 1-1 in trasferta, rimandendo di conseguenza nella Massima categoria.
Con l'inizio del ventennio fascista l'Inter, simboleggiata in questo periodo dal centravanti Giuseppe Meazza, si trovò costretta a mutare il proprio nome per ragioni politiche; troppo poco italiano e soprattutto simile al nome della Terza Internazionale Comunista. Così nel 1928 l'Inter si fuse con l'Unione Sportiva Milanese e assunse la denominazione di Società Sportiva Ambrosiana, poi mutata in Ambrosiana-Inter fino al 1945. Durante il primo anno con il nuovo nome l'Ambrosiana vinse con due giornate d'anticipo il primo Campionato di Serie A disputato a girone unico, successo questo impreziosito dalle 31 reti segnate da Meazza (capocannoniere stagionale). Dopo un dominio incontrastato della Juventus, i nerazzurri conquistarono il loro quarto tricolore nel 1938. Meazza per la terza volta nella sua carriera si confermò miglior realizzatore della competizione (precedentemente anche nell'annata 1935-1936). L'anno successivo l'Ambrosiana vinse la sua prima Coppa Italia sconfiggendo in finale il Novara per 2-1.[13][14][15] Dopo un solo anno di digiuno, i milanesi tornarono a conquistare lo scudetto, nonostante l'improvviso stop di Meazza, bloccato da problemi ad un piede: per l'Inter fu il quinto titolo della sua storia. Otto giorni dopo la celebrazione del successo l'Italia entrò in guerra. Nel 1942, nel pieno del secondo conflitto mondiale, Carlo Masseroni fu nominato presidente, carica che avrebbe ricoperto per 13 anni. Fu lui ad annunciare, sabato 27 ottobre 1945, che «l'Ambrosiana sarebbe tornata a chiamarsi solo Internazionale».[16]
Angelo Moratti, presidente dell'Inter dal 1955 al 1968
Tornata alla sua antica denominazione, la squadra non andò oltre il secondo posto nel 1948-1949, la stagione della tragedia di Superga, dietro al cosiddetto Grande Torino. Ci vollero 13 anni prima che il club fosse di nuovo in grado di aggiudicarsi lo scudetto; nel 1952-1953 e nel 1953-1954 sotto la guida di Alfredo Foni. Il primo fu un successo controverso, ottenuto in buona misura grazie all'adozione della tattica del catenaccio introdotta da Foni, rivelatasi poco spettacolare ma estremamente efficace nel migliorare nettamente le prestazioni della difesa.[17] La squadra si ripeté l'anno successivo, stavolta optando per un cambio di tattica, dunque per la rinuncia al poco spettacolare catenaccio che sì l'aveva portata al successo, ma che aveva attirato anche le critiche degli amanti dell'agonismo. In questa circostanza la squadra nerazzurra ebbe il miglior attacco del campionato.[18]
L'Inter 1964-65 che vinse scudetto, Coppa dei Campioni, e Coppa Intercontinentale
Nel 1955 ascese alla presidenza Angelo Moratti. Dopo alcuni anni di assestamento, durante i quali Antonio Valentín Angelillo stabilì il primato di segnature per tornei a 18 squadre (33 reti nel 1958-1959, tutt'oggi valido),[19] una finale di Coppa Italia e molti allenatori cambiati, giunse da Barcellona a Milano il mago Helenio Herrera. Fu l'inizio dell'era della Grande Inter, capace di vincere tre scudetti tra il 1963 e il 1966, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali.[20] La prima Coppa dei Campioni i nerazzurri la conquistarono nella finale contro il Real Madrid, già vincente cinque volte in tale competizione, sconfitto per 3-1, mentre la seconda fu messa in bacheca dopo il successo sul Benfica di Eusébio al Meazza per 1-0.[20]
Il 1968 segnò la fine di un ciclo, con l'abbandono di Moratti e di Herrera. La presidenza passò a Ivanoe Fraizzoli, sotto la cui guida il club tornò a vincere lo scudetto nel 1971, con Giovanni Invernizzi in panchina subentrato a metà stagione (unica squadra italiana a vincere il tricolore con un allenatore subentrato) e con Boninsegna capocannoniere.[21] Ingaggiato nel 1977 l'allenatore Eugenio Bersellini, detto il sergente di ferro, nel 1978 l'Inter vinse di nuovo dopo 39 anni la Coppa Italia, sconfiggendo in finale il Napoli per 2-1. Durante la stagione 1979-80 scoppiò lo scandalo del Totonero che coinvolse il mondo del calcio (e non solo) e si concluse con la retrocessione in Serie B del Milan e della Lazio. L'Inter vinse il suo dodicesimo scudetto.[21] Nel 1982 i nerazzurri si aggiudicarono nuovamente la Coppa Italia dopo aver sconfitto in finale il Torino con i risultati di 1-0 e 1-1. Fu il terzo successo per l'Inter nella competizione.[21]
La Curva Nord festeggia il 17º scudetto
Nel 1984 divenne presidente Ernesto Pellegrini. Nel 1989 il nuovo allenatore Giovanni Trapattoni condusse la squadra al suo tredicesimo scudetto, detto scudetto dei record. Se Aldo Serena conquistò il titolo di capocannoniere con 22 gol, i nerazzurri ottennero 58 punti con i 2 punti assegnati per la vittoria, una quota mai raggiunta da nessuna altra squadra.[21] Nel novembre 1989 la bacheca di via Durini accolse la prima Supercoppa italiana, conquistata contro la Sampdoria, sconfitta con il punteggio di 2-0.[22] Gli anni novanta portarono gloria all'Inter solo in campo europeo. Alle deludenti prestazioni in campionato, infatti, fecero da contraltare i tre successi in Coppa UEFA in quattro finali disputate, vinte contro la Roma nel 1991,[23] contro il Casino Salisburgo nel 1994[24] e contro la Lazio nel 1998.[25][26]
Nel febbraio 1995 i Moratti tornarono al timone della società, che venne acquistata da Massimo, figlio di Angelo. La fine del millennio fu avara di soddisfazioni, eccezion fatta per la Coppa UEFA vinta nel 1998.
Nel 2004 l'avvento in panchina di Roberto Mancini aprì un ciclo di vittorie nazionali. Risalgono alla gestione dell'allenatore jesino la conquista di due Coppe Italia (su quattro finali tutte contro la Roma), due Supercoppe italiane (contro Juventus e ancora la Roma) e, soprattutto, tre scudetti. Nel 2006 emerse lo scandalo denominato Calciopoli che coinvolse alcuni club di Serie A tra cui la Juventus, alla quale fu revocato lo scudetto del 2005, non assegnato quello successivo e retrocessa in serie B. Lo scudetto del 2006, invece, fu assegnato proprio all'Inter da una commissione di tre saggi composta da Gerhard Aigner, ex segretario generale dell'UEFA, Massimo Coccia, avvocato ed esperto di diritto sportivo e Roberto Pardolesi, Ordinario di diritto privato comparato, creata ad hoc dal Commissario Straordinario della FIGC, l'avvocato Guido Rossi, per dirimere la questione dopo la non assegnazione del titolo al club bianconero.[27] Nel 2007 la squadra si aggiudicò un nuovo scudetto dei record,[28] conquistato dopo 18 anni sul campo con cinque giornate d'anticipo al termine di un campionato dominato, in cui la squadra subì una sola sconfitta contro la Roma, che poi avrebbe battuto i nerazzurri nella finale di Coppa Italia e nella Supercoppa italiana. La stagione del centenario si è chiusa con un nuovo scudetto, il sedicesimo. Dal 2008 siede sulla panchina dell'Inter José Mourinho, che ha vinto la Supercoppa italiana ancora contro la Roma (questa volta ai rigori) e un altro scudetto, il quarto consecutivo e il diciassettesimo, che ha consentito ai nerazzurri di agganciare il Milan nell'albo d'oro del campionato italiano. Ad agosto i nerazzurri hanno perso 2-1 la sfida contro la Lazio per la Supercoppa italiana.
Cronologia
Cronistoria del Football Club Internazionale Milano
1908 · 9 marzo, fondazione del Football Club Internazionale Milano. L'uniforme è una maglia a strisce verticali nerazzurre.
1908-09 · 3ª nel Girone Eliminatorio Lombardo.
1909-10 · Campione d'Italia (1º titolo).
1910-11 · 6ª nel Campionato Ligure-Lombardo-Piemontese.
1911-12 · 4ª nel Campionato Ligure-Lombardo-Piemontese.
1912-13 · 3ª nel Girone Eliminatorio Lombardo-Ligure.
1913-14 · 3ª nel Girone Finale del Campionato del Nord Italia.
1914-15 · 3ª nel Girone Finale del Campionato del Nord Italia.
1915-16 · 3ª nel Girone Eliminatorio Lombardo della Coppa Federale.
1916-17 · 3ª nella Coppa di Lombardia.
1917-18 · 2ª nella Coppa di Lombardia dopo aver perso lo spareggio con il Milan.
1918-19 · 3ª nella Coppa di Lombardia.
1919-20 · Campione d'Italia (2º titolo).
1920-21 · 3ª nel Gruppo D del Girone Semifinale Nazionale.
1921-22 · 12ª nel Girone B di Prima Divisione CCI. Vince lo spareggio con la Libertas Firenze.
1922-23 · 7ª nel Girone A di Prima Divisione.
1923-24 · 3ª nel Girone A di Prima Divisione.
1924-25 · 4ª nel Girone A di Prima Divisione.
1925-26 · 5ª nel Girone A di Prima Divisione.
1926-27 · 5ª nel Girone Finale di Divisione Nazionale.
1927-28 · 7ª nel Girone Finale di Divisione Nazionale.
Il 31 agosto si fonde con l'US Milanese diventando l'Ambrosiana.
1928-29 · 6ª nel Girone B di Divisione Nazionale.
1929-30 · Campione d'Italia (3º titolo).
Semifinalista di Coppa dell'Europa Centrale.
1930-31 · 5ª in Serie A.
1931-32 · 6ª in Serie A.
Diventa Ambrosiana-Inter.
1932-33 · 2ª in Serie A.
Finalista di Coppa dell'Europa Centrale con l'Austria Vienna.
1933-34 · 2ª in Serie A.
Eliminata negli ottavi di finale di Coppa dell'Europa Centrale.
1934-35 · 2ª in Serie A.
Eliminata negli ottavi di finale di Coppa dell'Europa Centrale.
1935-36 · 4ª in Serie A.
Semifinalista di Coppa dell'Europa Centrale. Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia.
1936-37 · 7ª in Serie A. Semifinalista di Coppa Italia.
1937-38 · Campione d'Italia (4º titolo).
Eliminata negli ottavi di finale di Coppa dell'Europa Centrale.
1938-39 · 3ª in Serie A.
Vince la Coppa Italia (1º titolo).
Eliminata nei quarti di finale di Coppa dell'Europa Centrale.
1939-40 · Campione d'Italia (5º titolo).
1940-41 · 2ª in Serie A.
1941-42 · 12ª in Serie A.
1942-43 · 4ª in Serie A.
1943-44 · 3ª nelle Semifinali Liguri-Lombarde-Piemontesi del Campionato di Guerra dell'Alta Italia
1944-45 · 5ª nel Torneo Benefico Lombardo.
A fine guerra ritorna Internazionale.
1945-46 · 4ª nel Girone Finale della Divisione Nazionale.
1946-47 · 10ª in Serie A.
1947-48 · 12ª in Serie A.
1948-49 · 2ª in Serie A.
1949-50 · 3ª in Serie A.
1950-51 · 2ª in Serie A.
1951-52 · 3ª in Serie A.
1952-53 · Campione d'Italia (6º titolo).
1953-54 · Campione d'Italia (7º titolo).
1954-55 · 8ª in Serie A.
1955-56 · 3ª in Serie A.
1956-57 · 5ª in Serie A. Eliminata nella fase a gironi di Coppa delle Fiere.
1957-58 · 9ª in Serie A.
Eliminata nei gironi di Coppa Italia.
1958-59 · 3ª in Serie A.
Finalista di Coppa Italia con la Juventus.
1959-60 · 4ª in Serie A.
Eliminata nei quarti di finale di Coppa delle Fiere.
Eliminata nei quarti di finale di Coppa Italia.
1960-61 · 3ª in Serie A.
Semifinalista di Coppa delle Fiere.
Eliminata nei quarti di finale di Coppa Italia.
1961-62 · 2ª in Serie A.
Eliminata nei quarti di finale di Coppa delle Fiere.
Semifinalista di Coppa Italia.
1962-63 · Campione d'Italia (8º titolo).
Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia.
1963-64 · 2ª in Serie A dopo aver perso lo spareggio con il Bologna.
Campione d'Europa (1º titolo)
Eliminata nei quarti di finale di Coppa Italia.
1964-65 · Campione d'Italia (9º titolo). Campione d'Europa (2º titolo). Campione del Mondo (1º titolo).
Finalista di Coppa Italia con la Juventus.
1965-66 · Campione d'Italia (10º titolo).
Campione del Mondo (2º titolo)
Semifinalista di Coppa dei Campioni.
Semifinalista di Coppa Italia.
1966-67 · 2ª in Serie A.
Finalista di Coppa dei Campioni con il Celtic.
Semifinalista di Coppa Italia.
1967-68 · 5ª in Serie A.
Semifinalista di Coppa Italia.
1968-69 · 4ª in Serie A.
Eliminata nei sedicesimi di finale di Coppa Italia.
1969-70 · 2ª in Serie A.
Semifinalista di Coppa delle Fiere.
Eliminata nei quarti di finale di Coppa Italia.
1970-71 · Campione d'Italia (11º titolo).
Eliminata nei trentaduesimi di finale di Coppa delle Fiere.
Eliminata nei sedicesimi di finale di Coppa Italia.
1971-72 · 5ª in Serie A.
Finalista di Coppa dei Campioni con l'Ajax.
Semifinalista di Coppa Italia.
1972-73 · 4ª in Serie A.
Eliminata negli ottavi di finale di Coppa UEFA.
Semifinalista di Coppa Italia.
1973-74 · 4ª in Serie A.
Eliminata nei trentaduesimi di finale di Coppa UEFA.
Semifinalista di Coppa Italia.
1974-75 · 9ª in Serie A.
Eliminata nei sedicesimi di finale di Coppa UEFA.
Semifinalista di Coppa Italia.
1975-76 · 4ª in Serie A.
Semifinalista di Coppa Italia.
1976-77 · 4ª in Serie A.
Finalista di Coppa Italia con il Milan.
Eliminata nei trentaduesimi di finale di Coppa UEFA.
1977-78 · 5ª in Serie A.
Vince la Coppa Italia (2º titolo).
Eliminata nei trentaduesimi di finale di Coppa UEFA.
1978-79 · 4ª in Serie A.
Eliminata nei quarti di finale di Coppa delle Coppe.
Eliminata nei quarti di finale di Coppa Italia.
1979-80 · Campione d'Italia (12º titolo).
Eliminata nei sedicesimi di finale di Coppa UEFA.
Eliminata nei quarti di finale di Coppa Italia.
1980-81 · 4ª in Serie A.
Semifinalista di Coppa dei Campioni.
Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia.
Eliminata al primo turno del Torneo di Capodanno.
1981-82 · 5ª in Serie A.
Vince la Coppa Italia (3º titolo).
Eliminata nei sedicesimi di finale di Coppa UEFA.
1982-83 · 3ª in Serie A.
Eliminata nei quarti di finale di Coppa delle Coppe.
Semifinalista di Coppa Italia.
1983-84 · 4ª in Serie A.
Eliminata negli ottavi di finale di Coppa UEFA.
Eliminata nei sedicesimi di finale di Coppa Italia.
1984-85 · 3ª in Serie A.
Semifinalista di Coppa UEFA.
Semifinalista di Coppa Italia.
1985-86 · 6ª in Serie A.
Semifinalista di Coppa UEFA.
Eliminata nei quarti di finale di Coppa Italia.
1986-87 · 3ª in Serie A.
Eliminata nei quarti di finale di Coppa UEFA.
Eliminata nei quarti di finale di Coppa Italia.
1987-88 · 5ª in Serie A.
Eliminata negli ottavi di finale di Coppa UEFA.
Semifinalista di Coppa Italia.
1988-89 · Campione d'Italia (13º titolo).
Eliminata negli ottavi di finale di Coppa UEFA.
Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia.
1989-90 · 3ª in Serie A.
Vince la Supercoppa Italiana (1º titolo).
Eliminata nei sedicesimi di finale di Coppa dei Campioni.
Eliminata nei quarti di finale di Coppa Italia.
1990-91 · 3ª in Serie A.
Vince la Coppa UEFA (1º titolo) contro la Roma.
Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia.
1991-92 · 8ª in Serie A.
Eliminata nei trentaduesimi di finale di Coppa UEFA.
Eliminata nei quarti di finale di Coppa Italia.
1992-93 · 2ª in Serie A.
Eliminata nei quarti di finale di Coppa Italia.
1993-94 · 13ª in Serie A.
Vince la Coppa UEFA (2º titolo) contro il Casino Salisburgo.
Eliminata nei quarti di finale di Coppa Italia.
1994-95 · 6ª in Serie A
Eliminata nei trentaduesimi di finale di Coppa UEFA.
Eliminata nei quarti di finale di Coppa Italia.
1995-96 · 7ª in Serie A
Eliminata nei trentaduesimi di finale di Coppa UEFA.
Semifinalista di Coppa Italia.
1996-97 · 3ª in Serie A.
Finalista di Coppa UEFA con lo Schalke 04.
Semifinalista di Coppa Italia.
1997-98 · 2ª in Serie A.
Vince la Coppa UEFA (3º titolo) contro la Lazio.
Eliminata nei quarti di finale di Coppa Italia.
1998-99 · 8ª in Serie A.
Eliminata nei quarti di finale di Champions League.
Semifinalista di Coppa Italia.
1999-00 · 4ª in Serie A.
Finalista di Coppa Italia con la Lazio.
2000-01 · 5ª in Serie A.
Sconfitta in Supercoppa Italiana con la Lazio.
Eliminato negli ottavi di finale di Coppa UEFA.
Eliminata nei quarti di finale di Coppa Italia.
2001-02 · 3ª in Serie A.
Semifinalista di Coppa UEFA.
Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia.
2002-03 · 2ª in Serie A.
Semifinalista di Champions League.
Eliminata negli ottavi di finale di Coppa Italia.
2003-04 · 4ª in Serie A.
Eliminata nei quarti di finale di Coppa UEFA.
Semifinalista di Coppa Italia.
2004-05 · 3ª in Serie A.
Vince la Coppa Italia (4º titolo).
Eliminata nei quarti di finale di Champions League.
2005-06 · Campione d'Italia (14º titolo) per delibera FIGC (3ª classificata prima delle sentenze della Corte Federale). Vince la Coppa Italia (5º titolo). Vince la Supercoppa Italiana (2º titolo).
Eliminata nei quarti di finale di Champions League.
2006-07 · Campione d'Italia (15º titolo). Vince la Supercoppa Italiana (3º titolo).
Finalista di Coppa Italia con la Roma.
Eliminata negli ottavi di finale di Champions League.
2007-08 · Campione d'Italia (16º titolo).
Sconfitta in Supercoppa Italiana con la Roma.
Finalista di Coppa Italia con la Roma.
Eliminata negli ottavi di finale di Champions League.
Centenario del club.
2008-09 · Campione d'Italia (17º titolo). Vince la Supercoppa Italiana (4º titolo).
Semifinalista di Coppa Italia.
Eliminata negli ottavi di finale di Champions League.
2009-10 · stagione in corso.
Sconfitta in Supercoppa Italiana con la Lazio. Vince la Coppa Italia (6º titolo).
Colori e simboli
Per approfondire, vedi la voce Colori e simboli del Football Club Internazionale Milano.
Colori
La bandiera di Milano
L'ideatore dell'emblema interista è il grafico e pittore futurista Giorgio Muggiani, socio-fondatore del club nonché segretario della società. Proprio mentre la secessione dal Milan diventa realtà, egli elabora il logo e la maglia neri e azzurri, che saranno i colori ufficiali del club fino al 1928, anno in cui sarebbero cambiati insieme con la maglia e con il nome ("Associazione Sportiva Ambrosiana"). La divisa ufficiale diviene bianca rossocrociata (colori di Milano) e segnata dal Fascio littorio. Dal Campionato successivo e fino all'estate 1932 si ritorna alle fasce verticali nerazzurre, affiancate però dai colori della U.S. Milanese, con cui l'Inter nel frattempo si è fusa. Inizialmente si sceglie un emblema circolare a scacchi bianconeri, poi, per far spazio allo scudetto vinto, gli scacchi vengono spostati dalle maglie al colletto.
Dopo la stagione 1965-66 l'Inter ha adottato sul proprio simbolo la Stella d'Oro al Merito Sportivo, che rappresenta la vittoria di dieci campionati italiani.[29] A proposito di divise ufficiali, nella Coppa UEFA del 1998 e nelle Champions League del 2005 e del 2006 è stata adottata la terza divisa ufficiale quale prima maglia. Scelta nel 1998 per motivi di sponsor (le fasce orizzontali così colorate ricordano gli pneumatici prodotti dalla Pirelli), la terza maglia fu riadottata come prima divisa per motivi scaramantici legati alla vittoria in Coppa UEFA.
Per il 2007-08, l'anno del centenario per la società nerazzurra, la seconda maglia riprende la divisa storica dell'Ambrosiana: lo scudo crociato rosso su sfondo bianco (simbolo di Milano) e al centro lo scudetto al posto del Fascio littorio. La maglia viene presentata al pubblico durante la festa per il quindicesimo scudetto dell'Inter, indossata da tutti i giocatori e dagli ospiti invitati in campo.[30] Nella prima versione di questa divisa sono presenti due errori sulla toppa celebrativa applicata sul fianco sinistro: la prima svista riguarda la data di nascita della società (è riportato l'8 marzo 1908 anziché il 9 marzo), la seconda è di natura ortografica ("100 anni nerazzuro" con una sola erre). La versione difettosa è stata ritirata dal mercato e potrebbe diventare un pezzo da collezione.[31]
Attualmente, per la stagione 2009-10 la divisa della F.C. Inter è prodotta dalla Nike con lo sponsor ufficiale Pirelli (presente sulle maglie con una scritta orizzontale bianca). La composizione delle divise è la seguente:[32]
In casa: la maglia è a strisce verticali nero azzurre, il pantaloncino e i calzettoni neri.
Trasferta: la maglia, il pantaloncino e i calzettoni sono bianchi.
Tuttavia, va ricordato che a seconda dei colori della squadra avversaria, i pantaloncini possono essere abbinati in modo differente. Discorso analogo anche per i calzettoni.
Simboli
Lo stemma
Lo stemma dell'Internazionale Football Club ha visto moltissime variazioni (dodici) dalla sua creazione, «in quanto esso deve essere un punto di riferimento fisso e costante».[33]
Lo storico primo logo, disegnato dal pittore Giorgio Muggiani, fu dipinto di azzurro e nero, i colori del cielo e della notte, e di oro, anche perché erano gli unici colori che in quei giorni Muggiani aveva sulla tavolozza. Riportava le lettere F, C, I, M sovrapposte in bianco su uno sfondo costituito da un cerchio dorato, circondato da un cerchio nero, che a sua volta era circondato da un cerchio azzurro. Questo stemma fu abbandonato nel 1928 poiché l'Inter cambiò il nome in Ambrosiana. Si passò, dunque, ad uno stemma formato da un cerchio blu con al centro un fascio littorio, sulla destra un biscione e sulla sinistra il simbolo di Milano. Tale emblema fu usato solo nella Divisione Nazionale 1928-29.[33] Dal 1929 al 1931 come stemma fu adottato un cerchio nero, con al proprio interno un rombo contenente dieci strisce verticali blu e nere e affiancato a destra dalla lettera A di Associazione e a sinistra dalla lettera S di Sportiva, entrambe su un campo bianco. In posizione inferiore era presente una striscia nera orizzontale contenente la parola "Ambrosiana".[33] Dal 1931 al 1943, l'Inter, avendo nuovamente mutato nome in Ambrosiana Inter, dovette apportare una nuova modifica allo stemma, che divenne un rombo con i lati blu, nei quali era scritto Associaz. Sportiva Ambrosiana Inter. All'interno nel rombo campeggiavano nove strisce verticali, cinque nere e quattro blu, con un pallone nel mezzo.[33] Con la caduta del regime fascista in seguito alla seconda guerra mondiale venne meno la dicitura italiana imposta dal Duce al club, che da Ambrosiana-Inter poté tornare a chiamarsi solamente Inter. Terminata la guerra, dal 1945 l'Inter ritornò al suo stemma originale, ma i colori erano cambiati. Le lettere sovrapposte F, C, I, M erano, infatti, diventate di colore oro, mentre lo sfondo era costituito da un cerchio bianco, circondato da un cerchio nero, a sua volta circondato da un cerchio blu.[33] Questo stemma rimase in uso fino alla stagione 1959-60.
Dal 1960 lo stemma dell'Inter fu un triangolo con due lati curvi, con la punta verso il basso e il lato retto verso l'alto, sul quale era appoggiato un altro triangolo con i lati curvi, ma più piccolo. Lo stemma era diviso a metà: a destra figuravano 7 strisce verticali nere ed azzurre; a sinistra una biscia blu posta sopra la scritta 1908 e un pallone giallo. Nel triangolo superiore erano presenti sempre le lettere F, C, I, M.[33] Dal 1961 al 1963 fu adottato anche uno stemma secondario, un ovale nella cui parte superiore, completamente blu, figurava la scritta F.C. e nella cui parte inferiore una striscia nera accompagnava la dicitura INTER. Ancora più inferiormente l'ovale era diviso in cinque strisce verticali, tre blu e due nere, con una biscia dorata al centro.[33] Dal 1963 al 1984 l'Inter ritornò allo stemma originale, anche se con qualche lieve modifica: le lettere bianche F, C, I, M furono poste dentro un cerchio color oro e circondate da un cerchio nero a sua volta circondato da un cerchio blu, ma la vera novità fu la presenza di un ulteriore cerchio dorato attorno al cerchio blu.[33] Dal 1986 al 1990 lo stemma fu una biscia bianca che si trovava davanti a due strisce nere ed azzurre su un campo bianco, mentre in alto a destra vi era una stella d'oro.[33] Dal 1990 al 1998 lo stemma fu esattamente quello adottato dal 1963 al 1984, ma con un giallo più chiaro e con la stella d'oro.[33]
Lo stemma che l'Inter usò dal 1998 al 2007 richiamò l'originale insieme al colore blu. Le lettere F, C, I, M assunsero un colore giallo e ad esse venne aggiunta una stella su campo nero. Inoltre le lettere furono circondate da un piccolo cerchio blu scuro, circondato a sua volta da un cerchio nero, attorniato da un altro cerchio blu scuro, ma con la scritta INTER nella parte superiore del cerchio e con l'anno di fondazione 1908 nella parte inferiore del cerchio.[33] Dal 2007 l'Inter tornò al primo stemma originale, sebbene nella stagione 2007-08 furono apportate delle correzioni: lo stemma fu circondato da una striscia curva dorata distanziata dallo stemma, mentre nella parte superiore c'era scritto 1908-2008 e nella parte inferiore 100 ANNI INTER.[33] Nella stagione 2009-10 lo stemma si sviluppa attorno ad un cerchio verde, bianco e rosso, scelto per rappresentare il centenario del primo scudetto.[33]
Inno ufficiale
L'inno dell'Inter si intitola C'è solo l'Inter,[34] canzone ideata, composta e prodotta da Elio per l'etichetta Hukapan nel 2002. Di seguito le informazioni complete:
Graziano Romani - voce e cori
Elio - piano, chitarra e cori
Fabrizio "Tede" Tedeschini - chitarra elettrica
Francesco Germini - organo e cori
Alex Class - basso
Max Baldaccini - batteria
C'è solo l'Inter è dedicata a Peppino Prisco[34] e i proventi ricavanti dalla vendita del disco sono stati devoluti a sostegno dell'attività umanitaria di Emergency.[35]
Risalente al marzo 1984 è invece un vecchio inno, chiamato Cuore Nerazzurro, composto dallo storico gruppo musicale dei Camaleonti.[36]
Pazza Inter è, invece, una canzone cantata dai giocatori stessi, registrata il 22 agosto 2003[37] negli studi del network radiofonico RTL 102.5 e parte di Inter Compilation, progetto discografico pubblicato dall'etichetta DinDonDan e distribuito da Sony Music Italia dal 26 settembre 2003. La raccolta contiene brani dedicati al mondo del pallone.[38] La realizzazione di Pazza Inter è stata curata da Paolo Barillari e Dino Stewart (testo), Goffredo Orlandi (musica) e Luca Vittori (digital editing). È stato prodotto altresì un video che mostra i calciatori durante la registrazione e in varie scene di una giornata-tipo presso il centro sportivo della Pinetina. Pazza Inter ha ormai sostituito l'inno nelle occasioni pubbliche, come la trasmissione allo stadio prima delle partite casalinghe.
Nel maggio 2007 è stata registrata una nuova versione di Pazza Inter, sempre cantata dai calciatori dell'Inter, per celebrare la vittoria dello scudetto.[39]
Strutture
Stadio
Per approfondire, vedi le voci Stadio Giuseppe Meazza e Arena Civica.
L'esterno dello Stadio Giuseppe Meazza
L'antico campo dell'Ambrosiana-Inter è l'ancora esistente Arena Civica, che aveva una capienza di 30.000 posti.
Attualmente l'Inter gioca le partite casalinghe nello Stadio Giuseppe Meazza, noto anche come San Siro, dal nome del quartiere in cui sorge. Lo stadio, la cui costruzione iniziò nel dicembre 1925 per volere di Piero Pirelli, allora presidente del Milan, fu ufficialmente inaugurato il 19 settembre dell'anno seguente con una partita tra Inter e Milan (6-3 per i nerazzurri). Dal 1935 è di proprietà del Comune di Milano, e nel marzo 1979 fu intitolato a Giuseppe Meazza (1910-1979), attaccante tra gli anni venti e quaranta sia dell'Inter che del Milan. L'impianto è condiviso dal 1948 con il club rossonero[40] e ha una capienza di 80.074 posti.[1] Viene classificato dalla UEFA tra gli stadi élite.[41]
Sede sociale
La sede attuale dell'Inter si trova al terzo e quarto piano di corso Vittorio Emanuele II 9, a circa cinquecento metri di distanza rispetto al ristorante L'Orologio (via Orefici).[42] La società la occupa dal 27 aprile 2009.[43]
La precedente sede era situata nel Palazzo Durini in via Durini 24, occupato a partire dal 1º gennaio 1997.[44]
Centro di allenamento
Il centro sportivo Angelo Moratti, meglio noto come La Pinetina, è situato ad Appiano Gentile in provincia di Como. Fu costruito agli inizi degli anni sessanta per volontà dell'allora presidente Angelo Moratti e su indicazione dell'allenatore Helenio Herrera. La squadra ne usufruisce dalla stagione sportiva 1961-1962, utilizzandolo come centro di allenamento quotidiano per i calciatori nerazzurri.[45]
L'Inter nella cultura popolare
Francobollo sammarinese celebrante il centenario dell'Inter
Essendo uno dei club di maggiore successo del paese, l'Inter si è spesso distinta non solo in ambito calcistico, ma anche nella cultura italiana.
Francobollo celebrante lo scudetto 2008-2009 dell'Inter
Il calciatore interista Bruno Bolchi fu protagonista della prima figurina stampata della raccolta Calciatori Panini. L'Inter fu la prima squadra, insieme con il Palermo, ad apparire in una trasmissione sportiva, per precisione La Domenica Sportiva. Era il 3 gennaio 1954, lo stesso giorno in cui cominciarono ufficialmente le trasmissioni televisive sul canale RAI-Radio Televisione Italiana.
Riferimenti all'Inter si trovano in vari film, quali Eccezzziunale... veramente,[46] e il suo sequel Eccezzziunale... veramente - Capitolo secondo... me[47] dove in entrambi Diego Abatantuono recita la parte di Franco, un tifoso interista. In un dialogo con un suo amico, Donato Cavallo, tifoso Milanista (sempre interpretato da Abatantuono) ironizza sul fatto che l'Inter non riuscirà mai a vincere quattro scudetti consecutivi, ipotesi smentita tre anni dopo. Altri riferimenti cinematografici si trovano in A due calci dal paradiso, dove due giovani riescono a diventare giocatori dell'Inter, e nei comico-demenziali Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento, L'allenatore nel pallone e L'allenatore nel pallone 2, in cui l'Inter è presente a titolo di citazione. Un importante riferimento cinematografico ai nerazzurri è il documentario di Alberto d'Onofrio su Giacinto Facchetti, Il Capitano, presentato alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia nel 2007.[48]
L'Inter e alcuni suoi giocatori sono stati citati anche in campo musicale: nella canzone Luci a San Siro di Roberto Vecchioni e in due canzoni di Luciano Ligabue, Una vita da mediano, dedicata a Gabriele Oriali, e A che ora è la fine del mondo?, in cui è citato Riccardo Ferri e il suo record di autogol.
I comici Ficarra e Picone hanno spesso presentato parodie sull'Inter nei panni dei Fratelli Corner, parlando spesso dell'elevato numero di calciatori dell'Inter, soprattutto di nazionalità straniera.
L'impegno in campo sociale
Per approfondire, vedi la voce Inter Campus.
Durante la gestione di Massimo Moratti l'Inter si è distinta per l'impegno in numerosi progetti benefici e il sostegno ad associazioni quali Emergency, Fondazione I Bindun, Fundación Pupi.[49]
Il 20 febbraio 1996, da un'idea del presidente Massimo Moratti,[50] nacque il progetto Inter Campus,[51] inizialmente limitato all'Italia. Si tratta di un collegamento fra la società Inter e società calcistiche giovanili minori, cui la prima fornisce attrezzature e competenze tecniche, non finalizzato necessariamente all'approdo dei giovani calciatori all'Inter, ma allo scopo di promuovere la cultura dello sport anche in realtà periferiche.
Un anno dopo nacque InterCampus Estero:[52] lo stesso concetto è stato esportato in numerosi Paesi del mondo, specialmente in zone di guerra o con maggiori difficoltà economiche, a partire dalle favelas di Rio de Janeiro. Oggi InterCampus Estero è presente in 19 paesi situati in 4 continenti diversi (Angola, Argentina, Bolivia, Bosnia-Erzegovina, Brasile, Bulgaria, Camerun, Cina, Colombia, Cuba, Iran, Libano, Marocco, Messico, Paraguay, Polonia, Romania, Slovenia e Uganda). Ha, inoltre, portato a compimento progetti in 5 paesi: Israele e Palestina, Kosovo, Malta e Slovacchia. In questo caso, però, l'attenzione è posta, più che sulla preparazione calcistica dei ragazzini, sull'aspetto sociale e umanitario. A dieci anni dalla nascita il progetto InterCampus coinvolgeva circa 20.000 ragazzini dagli 8 ai 13 anni in Italia e nel mondo, con una squadra di 500 tra allenatori-educatori e volontari.[52]
Il primo decennio di vita del progetto è culminato con un film documentario diretto da Gabriele Salvatores, tifoso interista, e presentato al Festival internazionale del film di Locarno del 2008.
Un'altra iniziativa degna di nota è il gemellaggio, istituito nel 1998, fra l'Inter e il gruppo teatrale e culturale milanese Comuna Baires, che organizza periodicamente incontri con i giocatori, serate culturali sui loro paesi d'origine, dibattiti, spettacoli.[53][54]
Dal 2004 l'Inter, anche attraverso l'azione di alcuni dei suoi giocatori sudamericani come il capitano Javier Zanetti, ha un rapporto di solidarietà molto stretto con l'esercito indipendentista zapatista nel Chiapas del subcomandante Marcos. Il subcomandante, che è anche scrittore, ha citato la squadra dell'Inter in un suo racconto e, nel maggio 2005, ha scritto al presidente Moratti per proporgli una partita amichevole con una selezione dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.[55]
Rosa 2009-2010
Per approfondire, vedi la voce Football Club Internazionale Milano 2009-2010.
Rosa, numerazione sono aggiornati al 1 febbraio 2010.[56]
N.
Ruolo
Giocatore
1
P
Francesco Toldo
2
D
Iván Córdoba (vice-capitano)
4
D
Javier Zanetti (capitano)
5
C
Dejan Stanković
6
D
Lúcio
7
C
Ricardo Quaresma
8
C
Thiago Motta
9
A
Samuel Eto'o
10
C
Wesley Sneijder
11
C
Sulley Muntari
12
P
Júlio César
13
D
Maicon
15
C
Rene Krhin
N.
Ruolo
Giocatore
17
C
McDonald Mariga
19
C
Esteban Cambiasso
21
P
Paolo Orlandoni
22
A
Diego Milito
23
D
Marco Materazzi
25
D
Walter Samuel
26
D
Cristian Chivu
27
A
Goran Pandev
39
D
Davide Santon
45
A
Mario Balotelli
51
P
Vid Belec
89
A
Marko Arnautović
Staff tecnico
Dal sito internet ufficiale della società:[57]
Allenatore:
José Mourinho
Vice allenatore:
Giuseppe Baresi
Assistente tecnico:
Rui Faria
Assistente tecnico:
José Morais
Assistente tecnico:
Daniele Bernazzani
Allenatore dei portieri:
Silvino Louro
Rose nelle stagioni passate
[espandi]
v · d · mF.C. Internazionale Milano – Archivio delle stagioni
1908-09 · 1909-10 · 1910-11 · 1911-12 · 1912-13 · 1913-14 · 1914-15 · 1915-16 · 1916-17 · 1917-18 · 1918-19 · 1919-20 · 1920-21 · 1921-22 · 1922-23 · 1923-24 · 1924-25 · 1925-26 · 1926-27 · 1927-28 · 1928-29 · 1929-30 · 1930-31 · 1931-32 · 1932-33 · 1933-34 · 1934-35 · 1935-36 · 1936-37 · 1937-38 · 1938-39 · 1939-40 · 1940-41 · 1941-42 · 1942-43 · 1943-44 · 1944-45 · 1945-46 · 1946-47 · 1947-48 · 1948-49 · 1949-50 · 1950-51 · 1951-52 · 1952-53 · 1953-54 · 1954-55 · 1955-56 · 1956-57 · 1957-58 · 1958-59 · 1959-60 · 1960-61 · 1961-62 · 1962-63 · 1963-64 · 1964-65 · 1965-66 · 1966-67 · 1967-68 · 1968-69 · 1969-70 · 1970-71 · 1971-72 · 1972-73 · 1973-74 · 1974-75 · 1975-76 · 1976-77 · 1977-78 · 1978-79 · 1979-80 · 1980-81 · 1981-82 · 1982-83 · 1983-84 · 1984-85 · 1985-86 · 1986-87 · 1987-88 · 1988-89 · 1989-90 · 1990-91 · 1991-92 · 1992-93 · 1993-94 · 1994-95 · 1995-96 · 1996-97 · 1997-98 · 1998-99 · 1999-00 · 2000-01 · 2001-02 · 2002-03 · 2003-04 · 2004-05 · 2005-06 · 2006-07 · 2007-08 · 2008-09 · 2009-10
Giocatori di rilievo
Per approfondire, vedi la voce Calciatori del Football Club Internazionale Milano.
Giuseppe Meazza, 288 reti con la maglia nerazzurra
In più di 100 anni di storia hanno vestito la maglia dell'Inter oltre 800 calciatori, in gran parte italiani;[58] alcuni di questi hanno militato nella Nazionale italiana.
Tra i calciatori italiani di rilievo sono annoverati Virgilio Fossati, il primo capitano e allenatore, Luigi Cevenini noto come Cevenini III (è, infatti, il terzo di cinque fratelli attivi contemporaneamente nel mondo del calcio), Giuseppe Meazza, vero e proprio giocatore simbolo degli anni venti e trenta con la maglia dell'Inter e della Nazionale, con la quale ha vinto due mondiali (1934 e 1938) e al quale è intitolato la stadio di San Siro,[59][60] Giacinto Facchetti,[60] glorioso terzino sinistro e bandiera della Grande Inter negli anni sessanta e settanta, il primo difensore della storia a scattare sulla fascia per crossare, il primo e finora unico dell'Inter al quale sia stata ritirata la maglia da giocatore.[61] Accanto a lui in quel periodo figurano, tra gli altri, Sandro Mazzola,[60] Armando Picchi, Tarcisio Burgnich,[60] Angelo Domenghini e Mario Corso,[60] tutti, tranne Picchi e Corso, vincitori del campionato europeo nel 1968 e vice-campioni nel mondiale del 1970. Negli anni settanta, con la chiusura della frontiere, nell'Inter militarono giocatori del calibro di Roberto Boninsegna, Gabriele Oriali,[60] Evaristo Beccalossi e Graziano Bini. Negli anni ottanta si distinsero Alessandro Altobelli,[60] uno dei bomber più prolifici della storia interista e campione del mondo nel 1982, Walter Zenga,[60] eletto per tre volte consecutive "Miglior portiere dell'anno" dall'IFFHS, dal 1989 al 1991, vincitore nel 1990 del premio "Portiere dell'anno UEFA" e detentore del record ancora ineguagliato di imbattibiltà (518 minuti) in un mondiale[62] e Giuseppe Bergomi,[60] primatista di presenze in maglia nerazzurra (758) e nella Coppa UEFA (96) e uno dei tre giocatori ad aver vinto il trofeo per tre volte insieme all'ex-compagno di squadra Nicola Berti e a Ray Clemence.[63] Agli anni recenti è legato il nome di Marco Materazzi, protagonista dei vittoriosi mondiali del 2006 e vincitore di quattro scudetti consecutivi.
Tra i giocatori non italiani ad aver vestito la maglia dell'Inter si segnalano: negli anni cinquanta l'ungherese István Nyers, lo svedese Lennart Skoglund e l'argentino Antonio Valentín Angelillo,[60] detentore del record di gol per tornei a 18 squadre (33 reti nel 1958-59) che resiste tuttora;[19] negli anni sessanta l'ala destra brasiliana Jair e il centrocampista Luis Suárez, campione nell'Europeo del 1964. Fino al 1980 non fu più possibile ingaggiare calciatori non italiani, mentre negli ottanta vestirono di nerazzurro soprattutto calciatori tedeschi quali Karl-Heinz Rummenigge, Lothar Matthäus, vincitore del Pallone d'oro 1990 e del FIFA World Player 1991 e trionfatore, insieme con Andreas Brehme e Jürgen Klinsmann, al mondiale del 1990 disputato in Italia. Negli anni novanta furono molti gli stranieri nell'Inter: fra i tanti da citare sono il brasiliano Ronaldo,[60] vincitore di due Palloni d'oro e del FIFA World Player of the Year e campione del mondo con la nazionale nel 2002, l'argentino Javier Zanetti,[60] l'attuale capitano, e il francese Youri Djorkaeff, campione del mondo nel 1998.
Maglie ritirate
L'Inter, su proposta di Massimo Moratti, ha ritirato la maglia numero 3 in seguito alla morte del presidente ed ex bandiera interista Giacinto Facchetti, scomparso il 4 settembre 2006. Il 3 era, infatti, il numero che l'aveva caratterizzato durante tutta la carriera. L'ultimo possessore di tale numero è stato Nicolás Burdisso, che in seguito ha vestito la maglia numero 16.[64]
Calciatori in Nazionale
Giacinto Facchetti, il nerazzurro col maggior numero di presenze in nazionale (94, quinto nella classifica generale) e terzo per quelle da capitano (70)[65]
Al 9 settembre 2009 l'Inter è il secondo club che ha fornito il maggior numero di giocatori alla Nazionale italiana: a tale data, infatti, 101 elementi hanno vestito la maglia azzurra all'epoca della loro militanza interista (meglio ha fatto solo la Juventus con 123, mentre dietro c'è il Milan con 86 giocatori).[66][67]
Sono 14 in totale i giocatori dell'Inter militanti nelle selezioni nazionali italiane campioni del mondo: 6 nel 1934 (Allemandi, Castellazzi, Demaría, Meazza, Serantoni e Ceresoli), 4 nel 1938 (Giovanni Ferrari, Ferraris, Locatelli e Meazza), 5 nel 1982 (Altobelli, Bergomi, Bordon, Marini e Oriali) e 1 nel 2006 (Marco Materazzi). Quattro sono, invece, i calciatori dell'Inter laureatisi campioni d'Europa con la Nazionale, nel 1968 (Burgnich, Domenghini, Facchetti e Mazzola).
Il primo oriundo ad indossare la maglia della nazionale italiana fu l'interista Ermanno Aebi, di origini svizzere, che scese in campo in due occasioni. Esordì il 18 gennaio 1920, quando l'Italia giocò contro la Francia al Velodromo Sempione di Milano, e contribuì con tre reti alla vittoria degli azzurri per 9-4.
Il contributo maggiore dell'Inter in termini di elementi prestati alla Nazionale risale al già citato campionato del mondo 1934 e al campionato del mondo 1970, edizione in cui furono scherati in maglia azzurra sei uomini dell'Inter, dei quali quattro titolari: Burgnich, Facchetti, Mazzola, Bertini, Vieri e Boninsegna.[68]
L'Inter è al secondo posto nella particolare classifica dei club che vantano giocatori campioni del mondo con la propria Nazionale, 21: ai 16 citati vanno aggiunti Andreas Brehme, Jürgen Klinsmann e Lothar Matthäus, campioni nel 1990 con la Germania, Youri Djorkaeff, campione nel 1998 con la Francia e Ronaldo campione nel 2002 con il Brasile. L'Inter è preceduta in tale graduatoria solo dalla Juventus (24), mentre è seguita dal Bayern Monaco (15) e dalla coppia Santos - San Paolo (12 a testa).[69]
Quanto al campionato d'Europa, oltre ai quattro citati, altri tre giocatori sono vincitori del torneo con Nazionali diverse da quella italiana: Luis Suárez (Spagna, 1964), Laurent Blanc (Francia, 2000) e Giorgios Karagounis (Grecia, 2004).
Presidenti ed allenatori
I presidenti
Per approfondire, vedi la voce Presidenti del Football Club Internazionale Milano.
In più di 100 anni di storia societaria, alla guida del Football Club Internazionale Milano si sono avvicendati 19 presidenti.[70] Il primo presidente della società nerazzurra fu Giovanni Paramithiotti, uno dei suoi fondatori.[70]
Il presidente più longevo nella storia del club fu Ivanoe Fraizzoli, che ricoprì l'incarico per sedici anni, dal 1968 al 1984.[70] Durante la sua gestione l'Inter ha vinto due scudetti, due coppe Italia e ha disputato una finale di Coppa dei Campioni.
L'imprenditore Angelo Moratti, eletto nel 1955 alla massima carica amministrativa societaria, è stato il presidente più vincente tra quelli che hanno guidato il club meneghino.[70]
Attualmente la carica è ricoperta dal figlio di Angelo, Massimo, eletto presidente il 18 febbraio 1995,[70] dimessosi nel 2004 in favore di Giacinto Facchetti, primo ex-giocatore nerazzurro a vestire la massima carica dirigenziale, e, dopo la morte di quest'ultimo, tornato al timone della società nel settembre 2006.
Gli allenatori
Per approfondire, vedi la voce Allenatori del Football Club Internazionale Milano.
Sono 55 gli allenatori cui è stata affidata la conduzione tecnica del Football Club Internazionale Milano. Tre di loro hanno ricoperto l'incarico ad interim.[71]
Il primo allenatore della storia nerazzurra fu l'italiano Virgilio Fossati, che rivestiva anche il ruolo di capitano. Fossati allenò la squadra fino al 1915, anno della sua morte durante la prima guerra mondiale.
Il tecnico che è stato in carica più a lungo è Helenio Herrera, rimasto alla guida della squadra per nove anni, di cui otto consecutivi dal 1960 al 1968, un record per un allenatore straniero sulla panchina di uno stesso club. Il Mago, come è conosciuto in Italia, fu richiamato in panchina nel 1973 e detiene anche il primato di partite come allenatore (366) e di trofei vinti con il club (7).[71] A tal proposito va citato anche Roberto Mancini, allenatore del club dal 2004 al 2008, il secondo più vincente e finora l'unico a vincere tre scudetti consecutivi (di cui uno a tavolino) con l'Inter.
Sono stati sia calciatori che allenatori dell'Inter (in ordine cronologico): Virgilio Fossati, Armando Castellazzi, Árpád Weisz, Giuseppe Peruchetti, Italo Zamberletti, Giovanni Ferrari, Giuseppe Meazza, Aldo Campatelli, Annibale Frossi, Luigi Ferrero, Camillo Achilli, Giovanni Invernizzi, Enea Masiero, Luis Suárez, Mario Corso, Giampiero Marini e Marco Tardelli.[71]
Palmarès
Per approfondire, vedi la voce Palmarès del Football Club Internazionale Milano.
L'Inter è una delle squadre di calcio più vittoriose d'Italia, nonché una tra le più vittoriose d'Europa e del mondo. Il club milanese ha vinto il campionato italiano per 17 volte (seconda in Italia insieme con il Milan), compresa una striscia di quattro titoli consecutivi dal 2006[72] al 2009. I nerazzurri hanno vinto la Coppa Italia per 6 volte (a pari merito con la Fiorentina), di cui due consecutive (2005 e 2006, record nazionale condiviso con Juventus, Milan, Sampdoria e Roma).
La stella dorata presente sulla divisa nerazzurra, le Stella d'oro al Merito Sportivo, rappresenta dieci dei 17 campionati nazionali vinti dalla società. Il decimo alloro nazionale fu conquistato nella stagione 1965-66 (l'Inter fu il secondo club italiano, dopo la Juventus, a poter esporre sulle maglie tale riconoscimento).[29]
I suoi 7 trofei vinti e riconosciuti dalla FIFA in ambito internazionale la rendono attualmente la terza squadra italiana alle spalle di Milan e Juventus, l'ottava in Europa e la diciottesima al mondo per numero di tornei conquistati. L'Inter vanta, ex æquo con il Liverpool e la Juventus, il primato per titoli vinti in Coppa UEFA, attualmente nota come Europa League (3).[73] È anche la terza società calcistica italiana per numero di vittorie in competizioni ufficiali: 34. Nel 1964 l'Inter divenne la prima compagine italiana a vincere la Coppa Intercontinentale.[74]
Il club milanese fu inserito al terzo posto fra le società calcistiche italiane e al dodicesimo in assoluto nella classifica dei migliori club del XX secolo stilata dalla FIFA il 23 dicembre 2000.[75]
L'Inter, scelta Squadra mondiale dell'anno (en. World's Club Team of the Year) nel 1998 dall'Istituto Internazionale di Storia e Statistica del Calcio,[76] occupa il terzo posto tra i club italiani, il sesto a livello mondiale nella classifica stilata dalla citata organizzazione relativamente al periodo che va dal 1991 al 2008[77] e sempre il sesto posto nella classifica dei migliori club del XX secolo (en. Europe's Club of the Century) stilata relativamente al periodo 1901-2000.[78]
Trofei nazionali
Campionato italiano: 17
1909-10; 1919-20; 1929-30; 1937-38; 1939-40; 1952-53; 1953-54; 1962-63; 1964-65; 1965-66;
1970-71; 1979-80; 1988-89; 2005-06;[79] 2006-07; 2007-08; 2008-09
Coppa Italia: 6
1938-39; 1977-78; 1981-82; 2004-05; 2005-06; 2009-10;
Supercoppa italiana: 4
1989; 2005; 2006; 2008
Trofei internazionali
Coppa dei Campioni: 2
1963-64; 1964-65
Coppa Intercontinentale: 2
1964; 1965
Coppa UEFA: 3
1990-91; 1993-94; 1997-98
Record e statistiche
Per approfondire, vedi la voce Record e statistiche del Football Club Internazionale Milano.
Statistiche di squadra
Giuseppe Bergomi, detentore del record di presenze in maglia nerazzurra con 758 partite ufficiali disputate.
In 93 stagioni sportive a partire dall'esordio a livello nazionale, risalente al 10 gennaio 1909, l'Inter ha disputato 93 campionati di massima serie (78 campionati di Serie A, 10 di Prima Categoria Nazionale, 5 di Prima Divisione e 3 di Divisione Nazionale), mentre per 2 volte non superò le eliminatorie regionali lombarde (1909, 1913 e 1913-14). I nerazzurri hanno terminato il campionato 17 volte primi, 13 volte secondi e 16 volte terzi. In 93 stagioni sportive disputate l'Inter ha, dunque, terminato il campionato sul podio nel 55% dei casi. Dall'avvento del girone unico l'Inter è stata 17 volte Campione d'inverno (1929-30, 1933-34, 1937-38, 1950-51, 1952-53, 1953-54, 1960-61, 1961-62, 1965-66, 1966-67, 1979-80, 1988-89, 1990-91, 2006-07, 2007-08, 2008-09 e 2009-10).
In base alle partite ufficiali finora disputate, la miglior vittoria dell'Inter è il 16-0 del 10 gennaio 1915 contro il Vicenza (Prima Categoria 1914-15)[80] mentre la peggiore sconfitta è il 9-1 subito contro la Juventus il 10 giugno 1961 (1960-61).[80]
L'Inter è l'unica squadra italiana ad aver sempre militato nel Campionato di Serie A sin dal 1929, anno dell'istituzione del torneo a girone unico (78 partecipazioni) e l'unica a non essere mai retrocessa in Serie B.[4]
Nella stagione 1929-30 è stata la prima squadra italiana a vincere il Campionato di Serie A. L'attuale Serie A fu, infatti, istituita solo a partire dalla stagione 1929-30[81] ed è l'unica italiana ad aver vinto scudetto, Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale nello stesso anno, il 1965.[21]
A conclusione della stagione 1988-89 l'Inter ha totalizzato in assoluto la percentuale più alta dei punti disponibili: l'85,29% dei punti disponibili in Serie A (58 su 68, media inglese +7), record tuttora imbattuto.[22] Quell'anno l'Inter ha stabilito il record di punti in un campionato a 18 squadre: in quel periodo si assegnavano 2 punti per vittoria e i nerazzurri raggiunsero quota 58 punti.[82]
L'Inter, con tre titoli, vanta, ex aequo con il Liverpool e la Juventus, il primato di vittorie in Coppa UEFA.[73]
Nel 1964 l'Inter divenne la prima compagine italiana a vincere la Coppa Intercontinentale.[74]
L'Inter ha stabilito nella stagione 2004-05 la più lunga serie di pareggi consecutivi nel campionato di Serie A: 7, dalla 7ª alla 13ª giornata. Sempre in quell'anno ha stabilito il record di pareggi complessivi per un campionato a 20 squadre: 18 pari in 38 partite.[83]
L'Inter è la squadra che vanta il maggior numero di partecipazioni alla Coppa UEFA. Escludendo le edizioni della Coppa delle Fiere, in quanto tale manifestazione non veniva riconosciuta dall'UEFA, la società ha disputato 23 volte la manifestazione. La miglior prestazione di squadra in UEFA è proprio dell'Inter, che ha raccolto 202 punti in 23 partecipazioni, altro primato per la competizione, a pari merito con lo Sporting Lisbona.[84]
Nel 2007 il team ha stabilito il record di punti nell'arco di un anno solare nei campionati di Serie A con tre punti a vittoria, raggiungendo una media di 2,48 punti a partita (92 punti in 37 partite).[85]
Ha terminato il campionato 17 volte prima, 13 volte seconda e 16 volte terza. Nelle 93 stagioni sportive disputate è dunque terminata sul podio nel 49% dei casi. Attualmente è la squadra Campione d'Italia, in carica dalla stagione 2005-06, in forza del quarto successo finale consecutivo conseguito nel campionato 2008-09.
L'avversario affrontato più volte dall'Inter in gare ufficiali è la Juventus (211 volte),[86] seguita dal Milan (201 volte),[86] dalla Roma (180 volte)[86] e dal Torino (177 volte).[86]
A livello di coppe nazionali l'Inter ha disputato 12 finali di Coppa Italia (con 6 vittorie)[87] e 7 finali di Supercoppa italiana (4 successi)[88] per un totale di 19 finali dietro Juventus[87][88] e Milan[87][88] a quota 20. Il record di finali consecutive in Supercoppa italiana appartiene all'Inter con 5 edizioni: 2005, 2006, 2007, 2008 e 2009. In precedenza il primato apparteneva al Milan, che aveva giocato 3 edizioni consecutive: nel 1992, 1993 e 1994.[89]
In ambito internazionale gli avversari classici sono il Real Madrid[90] (15 incontri), il Valencia[91], il Barcellona[92] (10 incontri) e l'Ajax[93] (5 incontri). I madrileni non si sono mai imposti a San Siro, mentre i nerazzurri hanno vinto al Bernabéu una volta.[90]
Statistiche individuali
A livello individuale il giocatore con il maggior numero di presenze in nerazzurro è Giuseppe Bergomi con 758 partite disputate in 20 stagioni dal 1979 al 1999. Seguono Javier Zanetti (692 presenze, 15 stagioni), Giacinto Facchetti (634 presenze, 18 stagioni), Sandro Mazzola (565 presenze in 17 stagioni) e Giuseppe Baresi (559 presenze in 15 stagioni).[94]
Il capocannoniere di tutti i tempi è Giuseppe Meazza con 288 gol segnati in 14 stagioni. Alle sue spalle Alessandro Altobelli (209 gol in 11 stagioni), Roberto Boninsegna (171 in 7 stagioni), Sandro Mazzola (160 in 17 stagioni) e Luigi Cevenini III (159 in 10 stagioni).[94]
Campionati nazionali
Categoria
Partecipazioni
Debutto
Ultima stagione
A
94
1909-10
2009-10
In 93 stagioni sportive a partire dall'esordio a livello nazionale il 7 novembre 1909, inclusi 16 campionati di Prima Categoria Nazionale e Prima Divisione e Divisione Nazionale (A). Sono escluse le stagioni 1908-09 e 1912-13, nelle quali l'Inter non superò le eliminatorie regionali.
Tifoseria
Al momento l'Inter è la seconda squadra d'Italia per numero di tifosi (14%) dietro alla Juventus, come risulta da un sondaggio effettuato dalla società demoscopica Demos, commissionato dal quotidiano La Repubblica e pubblicato il 30 agosto 2008.[5]
I Boys-San in una foto scattata nel 1969
I sostenitori del Football Club Internazionale Milano sono quantificabili in circa 6 milioni in Italia[95] secondo il più recente sondaggio di settore condotto dall'istituto Demos e pubblicato nell'agosto 2008 sul quotidiano la Repubblica: con il 14% di preferenze da parte del campione esaminato, il club milanese risulta essere il secondo più sostenuto del Paese.[95]
Secondo un rapporto della società tedesca di indagini sul mercato sportivo Sport+Markt AG del 2008, l'Inter potrebbe altresì contare su un bacino potenziale di circa 10,9 milioni di sostenitori in Europa[96] e di 9,3 milioni di simpatizzanti in Sudamerica.[97]
I tifosi dell'Inter soprannominavano i sostenitori rivali del Milan "Casciavìt", che in milanese significa "cacciaviti", proprio per indicare l'origine proletaria e operaia di larga parte dei tifosi rossoneri. A loro volta i tifosi milanisti chiamavano i cugini nerazzurri "baùscia", termine milanese che significa "gradasso", per indicare uno degli stereotipi classici dei milanesi, essendo allora la tifoseria neroazzurra composta perlopiù dalle classi medie e altolocate, di origine prettamente meneghina.[98][99][100] Questo divario andò appianandosi già negli anni sessanta del secolo passato e oggi i due soprannomi appaiono anacronistici e quasi desueti.
Cenni storici
Gemellaggio fra tifosi laziali e interisti il 2 maggio 2009 con l'omaggio a Gabriele Sandri, tifoso biancoceleste morto l'11 novembre 2007
Il concetto di tifoseria organizzata allo stadio è stato introdotto a Milano da Helenio Herrera negli anni sessanta ai tempi della Grande Inter, la prima formazione capace di attrarre a sé il tifo organizzato.[101] La Curva Nord di San Siro è il settore dello stadio dove la tifoseria interista si schiera durante le partite casalinghe. I sostenitori dell'Inter sono divisi in vari gruppi ultras, tra cui: Boys San 1969, Bulldogs 1988, Brianza Alcoolica 1985 e Milano Nerazzurra.[102] I primi gruppi di tifosi organizzati per sostenere la squadra nerazzurra furono i "Moschettieri" prima e gli "Aficionados" poi, proprio nell'era della Grande Inter.[103] Attualmente il gruppo interista più antico e importante tra quelli sopravvissuti a quell'epoca è proprio quello dei Boys-San, fondato nel 1969.[103] Il gruppo nacque dalla defezione di alcuni ragazzi dall'Inter Club Fossati, il cui presidente tra il '66 e il '68 era Carlo Cerquetti, e prese il nome da "Boy", un ragazzino dispettoso protagonista di alcuni fumetti pubblicati sul giornale della società interista. La data di nascita esatta è il 26 gennaio 1969, quando, di ritorno da una trasferta a Bologna, alcuni sostenitori in disaccordo con la presidenza del club Fossati si distaccarono e formarono un gruppo autonomo. Il nome originario fu "11 assi, Boys - Le furie nerazzurre" e il primo striscione comparve nel marzo del 1970 a Roma, in un incontro che vedeva la squadra milanese opposta alla Lazio. Tornati a San Siro, il mese successivo il gruppo prese posto nell'attuale secondo anello arancione, spostato nella metà del settore che dà verso nord.[104]
Negli anni settanta nacquero le prime tensioni e i primi scontri con gli altri gruppi di tifosi, su tutti quelli della Juventus, dell'Atalanta, della Sampdoria e soprattutto del Milan. Con questi ultimi gli scontri erano feroci e il posizionamento delle opposte tifoserie non era d'aiuto: entrambe prendevano posto all'interno del secondo anello arancione, gli interisti nella metà a nord e i milanisti nella metà a sud. Con i lavori di ristrutturazione i gruppi presero posto nelle due opposte curve: l'Inter nella Nord e il Milan nella Sud. La soluzione è adottata ancora oggi, tanto che le due curve sono ormai diventate il simbolo dei gruppi di tifosi che le occupano.[105]
Nel 1981 si assistette al cambio del nome del gruppo, che divenne l'attuale Boys-San, ovvero Boys-Squadra d'Azione Nerazzurra.[103] Anche durante gli anni ottanta gli scontri con le altre tifoserie furono molto violenti. In occasione del Mundialito 1983 le opposte tifoserie milanesi stipularono un patto di non aggressione che tuttora vige e che, insieme all'arrivo delle prime diffide da parte della Polizia, spostò l'attenzione delle curve verso un aspetto di maggior interesse: le coreografie.[106] Nate già negli anni settanta come semplici striscioni o sventolio di bandiere, negli anni ottanta si sono evolute fino a diventare, ai giorni nostri, un importante argomento di sfida tra le tifoserie. È ormai consuetudine giornalistica aprire i servizi dedicati alle sfide calcistiche (il derby di Milano su tutte) presentando le due opposte coreografie. Risale, inoltre, al 1985 il primo bandierone "copricurva" dell'Inter.[105]
Gemellaggi
Varese
Lazio
Valencia
Le tifoserie gemellate con quella dell'Inter sono quelle di Varese (per la rivalità con i tifosi comaschi, gemellati col Milan),[105] Valencia,[107] "sull'asse Boys-Yomus"[105] e soprattutto Lazio.[105] Quello con i laziali è sicuramente uno dei gemellaggi più solidi ed importanti d'Italia, dato che affonda le proprie radici intorno alla metà degli anni ottanta in risposta all'antico gemellaggio (poi rotto) fra Roma e Milan. Il legame è stato rinsaldato nella finale di Coppa UEFA 1997-1998 a Parigi e il 5 maggio 2002 all'Olimpico, quando i tifosi laziali augurarono agli interisti la conquista del tricolore.[105]
Rivalità
Per approfondire, vedi le voci Derby di Milano e Derby d'Italia.
Juventus
Milan
Roma
Atalanta
Fiorentina
Cagliari
Sampdoria
Napoli
Verona
La curva nord in un derby contro i rivali del Milan
Le rivalità più accese sono soprattutto con le tifoserie della Juventus, con cui fin dagli anni sessanta l'Inter dà vita al "Derby d'Italia",[108][109][110] e con la rivale cittadina, il Milan, con cui i nerazzurri disputano il cosiddetto "Derby di Milano", detto anche Derby della Madonnina. È in questi due match che le presenze allo stadio arrivano di solito all'apice, fino quasi all'esaurimento dei posti. Altre rivalità sussistono con le tifoserie del Napoli, della Roma e dell'Atalanta.[105][111] Tra i gemellaggi oggi sciolti si ricordano quello con la Fiorentina nel 1987 per l'acquisto da parte dell'Inter dell'ex viola Nicola Berti,[104] con il Cagliari nel 1997 dopo l'episodio dello sputo di Giuseppe Pancaro all'allora portiere nerazzurro Pagliuca,[112] con la Sampdoria nel 1992 per aver sconfitto i nerazzurri nello scontro diretto nella stagione 1990-91, ed avendo così spento le speranze nerazzurre di vincere lo scudetto,[104] e con l'Hellas Verona nel 2001 a causa di dissidi con il direttivo della curva gialloblù.[104][105][111] Un rapporto della polizia del 2005 li ha identificati tra i gruppi più propensi alla violenza.[113] Di recente sono stati protagonisti di alcuni episodi di grave teppismo, come il lancio di un motorino di un tifoso avversario dalla parte superiore a quella inferiore del secondo anello dello stadio di San Siro nel corso della partita Inter-Atalanta del 6 maggio 2001,[114] il lancio di un fumogeno sul portiere rossonero Dida durante il derby Inter-Milan, quarti di finale di ritorno della Champions League (12 aprile 2005), che è costato alla squadra la sconfitta a tavolino e quattro turni disputati a porte chiuse,[115] gli insulti razzisti al giocatore ivoriano del Messina Zoro in Messina-Inter del 25 novembre 2005, che sono costati l'inibizione per quasi due anni dagli stadi a quattro tifosi, identificati tramite le immagini televisive,[116] e ai napoletani in Inter-Napoli del 6 ottobre 2007, per i quali l'Inter è stata anche costretta dal giudice di pace di Napoli a risarcire 1500 euro a un tifoso napoletano per "danni esistenziali" in seguito a diversi striscioni e cori razzisti dei tifosi nerazzurri.[117]
Struttura societaria
Organigramma della società
Dal sito ufficiale della società:[118]
Staff attuale dell'area amministrativa
Staff attuale dell'area amministrativa
Presidente: Massimo Moratti.
Vicepresidenti: Angelomario Moratti, Rinaldo Ghelfi.
Amministratore delegato, direttore generale e Direttore Commerciale ad interim: Ernesto Paolillo.
Comitato di gestione: Angelomario Moratti, Rinaldo Ghelfi, Ernesto Paolillo.
Consiglio di Amministrazione: Carlo d'Urso, Maurizio Fabris, Marco Gastel, Rinaldo Ghelfi, Tommaso Giulini, Luigi Amato Molinari, Angelo Moratti, Angelomario Moratti, Giovanni Moratti, Massimo Moratti, Natalino Curzola Moratti, Ernesto Paolillo, Pier Francesco Saviotti, Accursio Scorza, Marco Tronchetti Provera.
Collegio sindacale. Sindaci Effettivi: Giovanni Luigi Camera, Fabrizio Colombo, Alberto Usuelli, Franco Buccarella, Paolo Andrea Colombo.
Vicedirettore generale: Stefano Filucchi.
Segretaria di Presidenza: Monica Volpi.
Segretario Generale e Responsabile Risorse Umane : Luciano Cucchia.
Direttore Personale e Responsabile Servizi Operativi : Angelo Paolillo.
Direttore Area Tecnica: Marco Branca.
Consulente di Mercato e Addetto Rapporti 1a Squadra : Gabriele Oriali.
Direttore Amministrazione, Finanza e Controllo : Paolo Pessina.
Direttore Area Stadio e Sicurezza: Pierfrancesco Barletta.
Direttore Comunicazione: Paolo Viganò.
Direttore Editoriale, Canale e Rivista: Susanna Wermelinger.
Ufficio Stampa: Luigi Crippa, Claudia Maddalena, Stewart Park, Leo Picchi
[[Leggi...]]
Sponsor tecnici e ufficiali
Dal sito ufficiale della società:[119][120]
Cronologia degli sponsor ufficiali
Cronologia degli sponsor ufficiali
1981-82: Inno Hit
1982-91: Misura
1991-92: FitGar
1992-95: Fiorucci
1995-oggi: Pirelli[121]
[[Leggi...]]
Cronologia degli sponsor tecnici
Cronologia degli sponsor tecnici
dal 1978-79 al 1980-81: Puma
dal 1981-83 al 1985-86: Mac Sport
dal 1986-87 al 1987-88: Le Coq Sportif
dal 1988-89 al 1990-91: Uhlsport
dal 1991-92 al 1997-98: Umbro
dal 1998 a oggi: Nike
[[Leggi...]]
Bilancio
Negli 11 bilanci dal 1995-96 al 2005-06 l'Inter ha accumulato 661 milioni di perdite nette e ha ricevuto dai soci 476,6 milioni, di cui circa 400 milioni di euro versati dal presidente Massimo Moratti.[122] Il bilancio 2006-07 si è chiuso con una perdita di 206 milioni di euro, che ha spinto il presidente Moratti a effettuare un versamento di 105 milioni di euro a copertura parziale delle perdite.[123] Il bilancio 2007-08 si è chiuso con una perdita di 148 milioni di euro: Moratti ha dovuto versare ulteriori 68 milioni di euro. Un versamento di altri 85 milioni di euro è previsto per il 2009.[124] Il bilancio 2008-09 si è chiuso con una perdita di 154 milioni di euro, che ha portato ad un altro aumento di capitale di 70 milioni di euro interamente coperto dal Presidente Massimo Moratti.[125]
A luglio 2009 un'inchiesta de Il Sole 24 Ore sui bilanci 2007-08 dei club di Serie A ha evidenziato come l'Inter sia l'unica società insieme al Bari ad avere un patrimonio netto negativo (-12 milioni di euro per l'Inter e -0,4 per il Bari). A tal proposito i revisori hanno ribadito che il bilancio è stato redatto per garantire la continuità aziendale in base all'impegno del socio di riferimento Moratti a sostenere economicamente e finanziariamente anche per il futuro la società.[126]
Complessivamente i 14 anni di gestione Moratti hanno generato una perdita di circa 1,15 miliardi di euro, di cui circa 730 milioni coperti dal presidente, mentre ammontano a 431 milioni di euro i debiti a fine bilancio 2008-09, parzialmente compensati da 66 milioni di euro di crediti.[127]
A gennaio 2008 l'Inter, insieme al Milan, è stata prosciolta dall'indagine sui presunti falsi in bilancio per le plusvalenze relative al periodo 2003-04. La decisione è stata presa dal Gup per le indagini preliminari di Milano in quanto "il fatto non costituisce più reato", in seguito alla modifica della legge sul falso in bilancio.[128] Mentre il processo penale non è andato avanti in quanto "il fatto non costituisce più reato", il processo sportivo si è chiuso con una sanzione di 90 mila euro a carico di Inter e Milan, di 60 mila euro all'amministratore delegato del Milan Adriano Galliani e di 10 mila euro al direttore tecnico dell'Inter Gabriele Oriali. Tutti gli imputati del processo sportivo hanno chiesto il patteggiamento ai sensi dell'art. 23 del Codice di Giustizia Sportiva.[129]
L'Inter era già stata condannata dalla Commissione disciplinare al pagamento di 2 miliardi di lire nel 2001 per il cosiddetto scandalo passaporti. In tale circostanza il dirigente dell'Inter Gabriele Oriali era stato condannato ad un anno di squalifica, mentre l'amministratore delegato Rinaldo Ghelfi era stato assolto, scongiurando in tal modo la responsabilità diretta dell'Inter e quindi le penalizzazioni in classifica. I fatti fanno riferimento al calciatore Álvaro Recoba, al quale Oriali aveva fornito, con la complicità di un'organizzazione criminale internazionale, una patente falsa fatta rubare alla Motorizzazione civile di Latina al fine di farlo passare per cittadino comunitario, aggirando le norme sul tesseramento di cittadini extracomunitari. Anche nel processo penale Oriali fu condannato a 6 mesi di reclusione con la condizionale per i reati di ricettazione e concorso in falso.[130][131]
La polisportiva Inter
Per un breve periodo, durante gli anni venti, l'Inter fu una società polisportiva, con squadre iscritte ai campionati nazionali di calcio, basket e rugby a 15: nel 1928, con la fusione con l'Unione Sportiva Milanese che avrebbe dato vita all'Ambrosiana, oltre alle maglie con la croce arrivò anche la sezione di rugby, che venne anch'essa battezzata Ambrosiana Milano.[132] Nel 1929 e nel 1930 la squadra vinse i primi due campionati nazionali. Nello stesso 1930, però, la società polisportiva fu sciolta e l'Ambrosiana Rugby cambiò nome in Amatori Rugby Milano, divenendo autonoma, anche se conservò, della prima, l'intera struttura societaria e il parco giocatori, oltre che i diritti e i titoli sportivi, tra cui i 2 scudetti vinti.
Un'Internazionale di basket partecipò alle primissime edizioni del campionato di basket, vincendo l'edizione del 1923.
Nel 1950 l'Inter tornò una polisportiva, cooptando nelle sue fila il più glorioso club italiano di hockey su ghiaccio, l'Hockey Club Milano, che divenne l'H.C. Milano-Inter.[133] La squadra si laureò campione d'Italia nel 1950, 1951, 1952 e 1954 e vinse la Coppa Spengler, il più antico torneo europeo per squadre di club, nel 1953 e 1954, prima di sparire nel 1956 per problemi economici e fondersi con l'altra squadra di Milano, i Diavoli Rossoneri.
giovedì 13 maggio 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento